Area archeologica di Tulum (Quintana Roo, Messico)
  • Campeggio Yaxmuul, Tulum, (Quintana Roo, Messico)

visitata nel dicembre 2018

Il nostro viaggio in Messico sta svolgendo al termine, questa sarà la nostra ultima tappa, prima del rientro da Cancun dove ci aspetta il volo per Madrid per poi ritornare in Italia. Soggiorniamo al campeggio Yaxmuul a pochi chilometri dalla città di Tulum, è totalmente immerso nella selva e con all’interno due spettacolari centotes, dormiremo in tenda prese in affitto presso la struttura stessa. La città non è il massimo della bellezza siamo sinceri, è poco più di una serie di negozi per turisti sviluppatesi lungo la strada statale costiera del Quintana Roo. Tuttavia ci sono ottimi ristoranti messicani che cucinano piatti tipici a base di pesce molto gustosi e anche gli uffici turistici vi accoglieranno con gentilezza e competenza, uno di questi si trova proprio all’uscita della stazione degli autobus.

La costa Maya ha subito negli anni un notevole sviluppo turistico con tutti i vantaggi e svantaggi che ne comporta. Un’ eccessiva privatizzazione delle coste ha consentito la costruzioni di grandi resort turistici che spesso scaricano direttamente in mare le loro acque fognarie inquinando le splendide acque cristalline della costa e favorendo la crescita di alcune alghe che negli ultimi anni ricoprono le spiagge caraibiche di Tulum.

L’area archeologica di Tulum

Un corridoio mercantile: La costa orientale

Si tratta di un frangia costiera con siti portuali alcuni circondati da mure fortificate, tappe delle rotte mercantili tra Yucatàn, centroamerica e il centro del Messico. In questa regione Tulum dominò un settore indipendente articolandosi con altri piccoli porti come Xala, Kelha e Pole, Xcaret rafforzando la rotta commerciale e religiosa, infatti sono evidenti le tracce dei pellegrini che giungevano a Tulum e a Cozumel per rendere omaggio alla divinità. Un aspetto caratteristico dell’area fu lo stile architettonico, chiamato “Costa Oriental”, il quale evidenzia la presenza e l’influenza che in un momento ebbero i Itzàes di Chichèn Itzà e successivamente Mayapàm, quando l’impero Maya si avvia verso il suo tracollo i Toltechi si insediarono nello Yucatan dando vita a questo tipico stile che mescola elementi delle due civiltà. L’accesso all’area archeologica è ancora oggi situato attraverso una breccia nelle mure che permise l’entrata dei conquistadores.

La Casa del Cenote

Una caratteristica rilevante dei villaggi maya della Costa Orientale, furono la costruzione di templi o case vicino alle fonti d’acqua come i cenotes e chultunes (una sorta di cisterna) o altari all’interno delle caverne. Questo edificio era un abitazione che venne costruita sulla roccia calcarea, successivamente venne ampliata con un spazio collocato direttamente sopra la caverna di un cenote, dai resti archeologici oggi sappiamo che veniva usata anche come cripta. E’ da ricordare che nella penisola dello Yucatàn non esistono fiumi pertanto le popolazioni maya della costa ebbero sempre molte difficoltà nel procurarsi l’acqua potabile.

Commercio e Navigazione

I maya parteciparono nel circuito commerciale che comprendeva il centro del Messico fino alle Honduras, per questo si stanziarono nell’entroterra e navigavano e stringevano relazioni con la costa, le baie, le insenature, i fiumi e le lagune. Le loro imbarcazioni erano canoe che non resistevano alle turbolenze del mare aperto, per tanto si mantenevamo vicino alla costa o in acque basse come metodo di protezione. In questo circuito commerciale, Tulum fu un importante porto costiero che vincolò il commercio marittimo e terrestre. Circa cinquecento o seicento anni fa, di fronte a queste coste avremmo visto grandi canoe spinte a remi con carichi di cotone, miele, sale, coltelli in ossidiana, giada, piume, pietre altri prodotti che veniva scaricati sulle banchine portuali.

Il Palazzo del Grande Signore

E’ uno degli edifici in cui vissero i cittadini più importanti di Tulum. E’ formato per vari spazi ampli che furono coperti con tetti piani appoggiati sulle colonne, le stesse sorreggevano travi di legno intrecciate e un miscuglio di rocca calcarea e sabbia detto “calcreto” una sorta di intonaco. Gli archeologi chiamano questo tipo di costruzione “Palazzo” perché era dove vivevano il HalachUinic o grande signore con la sua famiglia.

Il Tempio del Dio discendente

Senza dubbio è uno dei più belli di Tulum. Il suo nome è dovuto al fregio che si trova nella nicchia sopra il portale di ingresso. Una scultura che rappresenta un personaggio con le ali che discende dal cielo. Sulla testa porta un copricapo e nelle mani tiene alcuni oggetti. Ancora oggi è un edificio ammirevole, probabilmente 500 anni fa lo era ancora più, con le decorazioni interne ed esterne, con numerose rappresentazioni di divinità nelle pitture murali. Si può notare come le pareti delle costruzioni siano leggermente inclinate, questo non è dovuto al tempo ma ad una apposita strategia architettonica.

Le pitture murali

La principale funzione dei dipinti murali era quella di adornare gli edifici con temi rituali, quotidiani e rappresentazioni del mondo naturale. Si dipingevano le divinità e i sacerdoti come testimoni della società e della manifestazione simbolica, magica e religiosa. In genere era abitudine dipingere le facciate con colori vivi relazionati con i punti cardinali e delle divinità associate a queste. Anche l’interno era dipinto, riprendendo i murali già presenti o sostituendoli con nuovi disegni e temi, a volte commemorativi del periodo dei “20 anni” conosciuto dai Maya come “Katùn”.

L’ architettura

L’architettura di Tulum presenta caratteristiche simili a quelle di Chichèn Itzà e Mayapàn, anche se con modalità regionali che caratterizzano lo stile chiamato “Della Costa Orientale”. Le costruzioni sono di piccole dimensioni e di poca complessità, altezza e qualità. Le pareti erano ricoperte da stucco e le facciate modellate con sculture, così come le pitture con colori allegri che le donavano una decorazione dai forti contrasti.

Agricoltura

I Maya di Tulum avevano come principale fonte di sostentamento il mare, da li ne traevano prodotti per l’alimentazione, come come materie prime per costruire strumenti di lavoro, oggetti rituali, ornamenti e utensili per diversi usi. All’interno delle abitazioni c’erano piccoli orti con mais, cile, fagioli, zucche, pomodori, radici, tuberi, frutta e anche erbe mediche. Approfittarono di quello che la selva offriva, per cacciare animali e raccogliere piante commestibili, così come la cattura di uccelli dal piumaggio vistoso e colorito.

Il Tempio delle Pitture

E’ l’edificio che conserva più elementi decorativi a Tulum. Si articola su due livelli; l’inferiore con due templi, uno dentro dell’altro, ed è dove si concentrano le decorazioni. La facciata del tempio inferiore è decorata con pitture murali e l’esterno con figure in stucco: mascheroni, sculture inserite in nicchie con rappresentazioni del dio discendente e con figure umane. Il tempio del livello superiore è molto semplice; la sua decorazione è stata realizzata con mani di colore rosso. I colori erano ottenuti in modi diversi. Il rosso e il nero, provenivano da terre e minerali. Mentre altri, come l’azzurro e il verde, si ottenevano da alcune piante.

La religione

Le divinità Maya erano presente in uno o vari elementi della natura. Alcuni si manifestavano negli astri o per mezzo di fenomeni atmosferici come la pioggia; altri nelle piante come la Ceiba e animali come il Giaguaro. Ogni periodo dell’anno e della vita quotidiana, erano celebrate con un rituale sacro come buon auspicio per il lavoro. Tulum fu una città dedicata al pianeta Venere, il quale si associava con una divinità dalla doppia esistenza: luce al mattino e stella della notte. Il dio che discende dal cielo è relazionato a Venere, per questa ragione si può dire che a Tulum si venerava la luce della notte del pianeta che si trova sulle facciate di alcuni edifici, e l’orientamento degli accessi del tempio puntano verso il punto dove il pianeta scompare. Altra divinità importante era Ek Chuah, dio del commercio.

Il sistema di controllo

La città comprende un sistema difensivo e di controllo tra i più articolari della costa orientale. I suoi antichi abitanti la costruirono sopra il punto più elevato della regione, con una pianificazione a tratti sorprendente. Gli edifici più importanti erano delimitati completamente con una muraglia da cui si poteva accedere solo da quattro accessi molto stretti, tra cui uno era dal mare. Lo stesso modo, una muraglia di minori dimensioni, delimita e restringe l’accesso allo spazio centrale, luogo dove si svolgevano rituali magici e religiosi.

Punti di vista storico

La guerra delle caste 1847-1900

Lo sfruttamento degli indigeni fece si che i Maya della regione orientale della penisola dello Yucatàn si ribellarono con le armi in diverse occasioni. Nel 1847 ebbe inizio una rivolta armata chiamata la “Guerra delle Caste” dando vita ad un nuovo culto religioso, conosciuto come della “croce parlante”. La capitale di questo nuovo culto fù Noh Cah o Chan Santa Cruz (Carrillo Puerto), con centri piccoli come Tulum, con tanto di gerarchie militari e religiose. Quando la capitale cade, la Villa Grande di Santa Cruz, Tulum si convertì in un centro importante, diretto da Maria Uicab, chiamata la regina di Tulum. I ribelli, chiamati cruzoob, riconobbero il carattere sacro delle rovine e collocarono una croce nel tempio conosciuto come il Castello. Nel principio del secolo XX l’esercito messicano soffocò la rivolta, anche se nel Castello di Tulum si continuava il culto della croce. Da quel momento in poi iniziarono le missioni archeologiche. Dalla metà degli anni ’30 il sito venne curato, conservato e studiato dal governo messicano per scopi turistici.

Link consigliati:

Wikipedia: Tulum (Area archeologica)

INAH (Istituto Nazionale di Storia e Antropologia, Messico): Tulum