Area archeologica di Saturo (Marina di Leporano, Puglia).
Visitata nel marzo del 2015.
Durante una nostra escursione sulla costa ionica dell’alto Salento decidiamo di fare una breve sosta alla bellissima area archeologica della antica “Saturo”, presso la frazione marina di Leporano in provincia di Taranto. Le prime tracce dell’uomo sul promontorio risalgono al XVIII secolo a.C. e si sono susseguite fino al XVI secolo d.C. con la nascita del borgo di Leporano. L’area è circondata da due baie che costituivano un riparo naturale per le barche, sul promontorio si trovano delle sorgenti e si gode di un ottima vista dell’orizzonte, prima ancora della nascita della città greca Taras (Taranto) in queste acque approdavano le navi mercantili micenee e dei navigatori del mar Ionio. E’ stata documentata dal XVIII al XVI secolo a.C. la presenza di un’Acropoli e di capanne costruite con pietre irregolari, inoltre il ritrovamento di numerosi frammenti di ceramica confermano il forte legame commerciale con le città greche. Nel XV e XIV secolo la zona resta praticamente disabitata, nel XIII secolo a.C. si forma un nuovo villaggio di capanne circolari, sorrette da strutture di pali in legno e circondato da uno spesso muro a secco con canali per le acque piovane, mentre nel XI secolo a.C. si riflette nell’abitato una forte influenza della cultura degli Iapigi, una popolazione proveniente dall’Illiria che colonizza la Puglia tra il secondo e il primo millennio a.C.
La colonizzazione greca avviene dall’ VIII al III secolo a.C. ad opera dei Parteni abitanti della Laconia che distrussero il villaggio di “Satyrion” per fondare “Saturo” ed inalzare il proprio santuario dedicato alla dea Atena. La presenza romana si documenta dal II secolo a.C. al VI d.C. in base ai resti delle ville patrizie rinvenuti lungo tutta la costa tarantina ed in cui si lavorava anche la campagnae della cisterna alimentata da un lago sotteraneo, il “Pozzo di Lama Traversa”. Ancora oggi sono visibili i resti del III, IV e VI secolo d.C. della villa che si estendeva tra le due baie affacciata sul mare e collegata da un elegante portico che offriva un magnifica veduta panaromica e collegava la parte residenziale alle terme. Probabilmente dove è stato costruito il deposito militare durante la seconda guerra mondiale si trovava un ninfeo, con una fontana di grandi dimensioni mentre un’altra fonte doveva trovarsi proprio sulla spiaggia. Durante il Medioevo la località è sotto il controllo dell’ impero bizantino di Giustiniano e gli insediamenti abitativi si allontanano dalla costa per difendersi delle scorrerie arabe e turche. La “Torre costiera” venne costruita nel XVI come tante altre per volere del vicerè di Napoli Pietro Afan di Ribera, gli spagnoli volevano in questo modo ostacolare le continue scorribande dei saraceni. Sono ancora ben visibili un bunker in cemento ricoperto di terra che veniva utilizzato come faro durante la guerra, la struttura è dotata di un meccanismo simile ad un ascensore che permetteva l’uscita del faro per illuminare il cielo e il mare, inoltre nell’area archeologica si trovano anche due postazioni antieaeree. L’area purtroppo sembra necessiti di ristrutturazioni importanti e di valorizzazione, nonostante la mancanza di fondi sufficienti alcune associazioni locali organizzano attività culturali che contribuiscono alla diffusione e alla conservazione del patrimonio archeologico di questo bellissimo territorio. Un luogo incantevole che torneremo sicuramente a visitare.
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