Granaglione e Lustrola (Bologna, Emilia-Romagna)
Granaglione e Lustrola (Bologna, Emilia-Romagna)

visitata nel marzo 2012.

E’ stata durante una nostra fuga dal traffico cittadino bolognese che decidiamo di fare un passeggiata nel borgo montano di Granaglione a circa 70 chilomentri di distanza, sull’appennino tosco-emiliano. Le origini antiche del borgo risalgono al X secolo durante la signoria degli Stagnesi che costruirono anche il castello sul crinale opposto al paese, in epoca medievale Granaglione sorgeva proprio sulla strada che portava dalla città di Pistoia a Bologna. Nel dedalo delle stradine della borgata Bovecchia ci fermiamo ad apprezzare la quiete di “Piazza Navona” con le sue case caratteristiche e archi ci regala momenti di sottile serenità.

La “Chiesa di San Nicolò” che si vede oggi sorge su di un impianto cinquecentesco che ha subito notevoli modifiche nel corso degli anni, alcune tra 1687 al 1690 e altre ancora tra il 1748 e il 1780. Al suo interno sono custodite alcune opere d’arte, tra cui ricordiamo la “Pala dell’altare maggiore” del 1586, la “Madonna con i Santi Francesco e Carlo Borromeo e col sacerdote committente”, dipinta dal bolognese Francesco Carboni nel 1621, il “Cristo in gloria fra San Pietro e la Madonna e Gregorio Magno che libera le animae purganti” opera del castelluccese Lorenzo Pranzini del 1831, la “Madona coi Santi Antonio e Lucia” della fine del XVIII secolo, un crocifisso tardo quattrocentesco, una “Pietà” in terracotta dipinta del XVI secolo e un organo settecentesco. Il campanile risale alla fine dell’Ottocento quando sostituì il precedente distrutto da un terremoto. Al suo lato troviamo l’ “Oratorio della Confraternita delle Spirito Santo” fondato alla fine del XVI secolo che conserva un dipinto di Lorenzo Pranzini, che rappresenta la pentecoste.

Visitiamo anche l’umile “Santuario della Madonna di Calvigi”, la storia narra che durante la seconda metà del Cinquecento don Simone Vivarelli, parroco di Granaglione sia scampato miracolosamente alla caduta di una frana proprio dove oggi sorge il santuario, per questo fece dipingere come ex voto sulla roccia un’immagine della Madonna. Nel 1635 i granaglionesi scampati alla peste costruirono l’attuale santuario, che venne affiancato nel 1825 dalla torre campanara per poi subire un ampliamento all’inizio del Novecento. Sul portale d’ingresso si trova una “Madonna di San Luca” del 1954 che prende il posto della tela precedente ormai deteriorata.

Ci inoltriamo anche nel borgo di “Lustrola”, anch’esso si presenta con la tipica architettura di queste zone appenniniche, un piccolo intrigo di stradine in sasso con una sola antica volta e la “Chiesa di San Lorenzo” patrono del paese, di cui si hanno le prime testimonianze tra l’XI e XII secolo, in gran parte rimaneggiata attualmente presenta l’impianto risalente al XVII secolo.

Sono piccoli borghi ormai svuotati, dimenticati, ma che conservano piccoli tesori non solo naturalistici o gastronomici, ma anche di storia e arte, in cui ritroviamo i suoni e i ritmi di una quotidianità spesso distratta nelle dimamiche urbane. Nei nostri Reportage riportiamo l’attenzione proprio su questa tipologia di luoghi, ponendo a volte da parte articoli sulle grande città d’arte e dando precedenza e rilievo a centri storici minori che quasi sempre vengono sottovalutati se non proprio penalizzati dalle grandi istituzioni culturali che tendono a centralizzare i luoghi turistici in grandi centri urbani.

(visitato nel settembre 2019)

Dopo circa 6 anni ritorniamo in quella che oggi è il Comune Alto Reno Terme, aggiungiamo alla galleria fotografica del nostro Reportage alcuni scatti del borgo cittadino di Porretta Terme.

La Redazione.

Link ufficiale:

Comune Alto Reno Terme

Storia, tradizione e ambiente della montagna bolognese e pistoiese  – “Nuèter”