Otranto, (Puglia)
Otranto, (Lecce, Puglia)

visitata nel giugno 2014

Ritorniamo dopo molti anni a passeggiare per il centro storico della bellissima Otranto, punta estrema orientale del Salento, da sempre crocevia di culture diverse che hanno lasciato nel corso dei secoli importanti opere d’arte di cui alcune documentante per voi nella galleria fotografica di questo Reportage.
Sin dall’età del bronzo la popolazione locale che all’epoca occupava solo la parte più alta della città attuale, stringeva intensi rapporti con i Miceni e con le popolazioni Messapiche dell’entroterra, ma sarà sopratutto con la Grecia ellenica che si fonda il primo nucleo abitato della polis sui cui i romani costruiranno la loro Hydruntum collegata a Brindisi dalla via Traiana e ormai principale imbarco per la penisola Egea. Tra i numerosi scavi e reperti rinvenuti del periodo romano, segnaliamo la presenza in Corso Garibaldi di due lapidi funerarie di epoca Flavia, oggi inserite nell’arco di “Palazzo Arcella”. Con la caduta dell’impero romano e le prime incursioni delle popolazione barbariche, poco a poco la città perde molti suoi abitanti e passa sotto il controllo di Bisanzio. Nel 1064 viene conquistata dai normanni, poi assiste alla partenze dei cristiani per le crociate in terra santa, per poi diventare il principale obiettivo di Mometto II (1451-1481) che vuole insediarsi nell’Italia meridionale per conquistare l’Europa dopo il successo ottenuto su Bisanzio. Durante il periodo aragonese accade un tragico evento che ha segnato per sempre la storia della città, nel luglio del 1480 i turchi sbarcano a pochi chilometri da Otranto, la città dopo una lunga resistenza cadde sotto l’attacco dell’ artigleria turca che permise ai soldati di occupare e commettere efferate violenze sulla popolazione, tra cui il tristemente noto eccidio di circa 800 otrantini che secondo la tradizione si rifiutarono di convertirsi all’Islam, c’è da dire che la città all’epoca contava non più di 6000 abitanti. Solo nel settembre del 1481 le truppe per la maggior parte italiche con a capo l’esercito aragonese riusciranno a costituire un fronte unico contro i turchi, accordo auspicato e voluto anche dalla chiesa di Roma. La città ridotta ad un cumulo di macerie si apprestava ad essere ricostruita con una popolazione di soli 300 abitanti.
Quindi con il XVI secolo si assiste ad un aumento demografico proprio grazie alle importanti ricostruzioni di edifici pubblici, privati, sacri mentre già nel 1485 si iniziò la fortificazione delle mura e del “Castello aragonese” con la costruzione delle due torri dette “Alfonsine” e successivamente l’aggiunta della “punta di diamante” dal lato che si affaccia sul mare.

Tra i principali monumenti che visitiamo ricordiamo la bellissima “Basilica dell’Annunziata” con la sua antica cripta datata 1088 mentre gran parte dell’edificio sarà modificato nel corso dei secoli. La basilica presenta sulla facciata principale uno splendido rosone del XV secolo mentre il portale d’ingresso principale è realizzato da Ambrogio Martinelli nel XV secolo su commissione dell’archivescovo G. Adarzo di Santander. Viene invece attribuita a Nicola Ferrando di Galatina l’esecuzione del portale d’ingresso laterale adornato con i ritratti scolpiti dei Vescovi di Otranto e di altre importanti centri religiosi del Salento. Lo spazio interno si presenta con la tipica pianta a croce latina suddiviso in tre navate che terminano con tre absidi, il soffitto a cassettone dorati viene aggiunto successivamente nel 1693 per volere dell’arcivescovo F. Maria De Aste.
E’ sicuramente l’opera più importante conservata in città, parliamo del mosaico pavimentale della basilica relizzato dal prete Pantaleone. Commissionata dall’arcivescovo Gionata fù compiuta tra il 1163 e il 1165 durante il regno di Guglielmo il Malo re normanno che pose fine al dominio bizantino sulla città. Al centro della navata è raffigurato un albero della vita che si estende per l’intera navata centrale, vi sono raffigurati temi biblici (cacciata dal paradiso, Noè e la costruzione dell’arca, re Salomone e la regina di Saba e le profezie di Giona su Ninive, torre di Babele) e temi tratti da alcuni vangeli apocrifi (Re Artù). Dalla tradizione medievale provengono gli spunti per le per le figure fantastiche e grottesche (mesi dell’anno, chimere, leoni, serpenti, segni zodiacali) ma sono anche presenti elementi decorativi arabi e un evidente messaggio politico dettato dai nuovi conquistatori. Durante importanti restauri furono eliminate gran parte delle decorazioni barocche dalle pareti interne, tuttavia al suo interno si possono ammirare: la pala del pittore fiammingo Pietro Mera del 1628 in cui è raffigurata la “Vergine in gloria e due santi”, il moumento funebre del arcivescovo Serafino da Squillace (1481-1514) molto probabilmente scolpito da Nicola Ferrando su modello dei monumenti funebri presenti nella “Chiesa di Santa Caterina d’Aessandria” a Galatina e l'”altare del Cristo risorto” del 1662 commissionato dalla famiglia aristocratica dei De Marco. Di notevole fattura sono le quattro colonne cinquecentesche che sorreggevano l’altare della cappella degli 800 maritiri, su cui è inciso il nome dell’artista leccese Gabriele Riccardi che la realizzò nel 1524 situate oggi sulla parete destra della basilica. Ai tragici fatti del 1480 è dedicata la cappella costruita nel 1482, con all’interno le sette teche dove sono custoditi i resti dei martiri recuperati dal colle della Minerva, numerosi interventi ne hanno modificato l’aspetto originale; il primo nel XVI secolo e un successivo restauro nel 1711. La parte più antica dell’edificio viene identificata con la “Cripta” a cui si accede scendendo le due scale poste nelle navate laterali, all’interno tra i capitelli e i fusti delle colonne si riconoscono alcune di chiara matrice bizantina.

Fuori dalla basilica nell’omonima piazza si trova il Museo Diocesano di Arte Sacra situtato all’interno di un palazzo ciquecentesco. Conserva nella sua collezione numerose opere provenienti dalla basilica ma ache dà altri edifici religiosi della città. Altro edificio sacro, forse poco conosciuto lo incontriamo nei vicoletti del centro storico, parliamo della piccola “Basilica di San Pietro” un affascinante costruzione che rimanda alla tradizione architettonica bizantina di Costantinopoli eretta come basilica della città bizantina, tra la fine del IX secolo e l’inizio del X secolo. Con la sua pianta a croce greca, la cupola e gli affreschi datati dal X al XIV secolo è certamente un monumento da non perdere come l’intero centro storico cittadino.

Bibliografia consigliata:

“Guida di Otranto” di M.Cozzato, A.Costantini, V.De Vitis, L.Manni – edizione “Congedo Editore”.

Link consigliati:

Comune di Otranto (Lecce)