Reportage dall’Area Archeologica di Grumentum (Basilicata)

visitata nel settembre 2017

Quando entriamo all’interno del parco archeologico ci rendiamo subito conto che siamo gli unici visitatori, d’altra parte il tempo metereologico non è dei migliori ma siamo molto determinati con macchina fotografiche e videocamera pronte all’azione.

La storia di Grumentum è molta antica, sin dal VI sec. a.C. erano presenti i primi insediamenti ma è solo nel III sec. a.C. che la città romana prende forma, nello stesso periodo vengono fondate le città di Venosa e Heraclea avamposti per la lotta contro le popolazioni sannitiche. Durante il I sec. a.C. vengono costruiti numerosi edifici pubblici e la città viene circondata da una cinta muraria con sei porte d’ingresso.

Il primo edificio che incontriamo è il Teatro, realizzato in età giulio-claudia è tra gli edifici meglio conservati dell’area archeologica, lo scavo è stato effettuato durante gli anni ‘5o e ’70 del secolo scorso mentre dal 2007 è in corso un intervento parziale di restauro con strutture che ne permettono l’utilizzo. L’impianto che oggi vediamo è il risultato di interventi di ristrutturazioni effettuati tra il II e gli inizi del III sec. d.C., l’edificio era suddiviso intre zone: gradinate (cavea), settore per il coro (orchestra) e la scena (scaena), le gradinate dell’impianto originario ancora oggi reggono la struttura e sono dotate di due entrate per il pubblico, gli spettatori prendevono posto nei settori della cavea anch’essa divisa in tre ordini: (infima, media, summa cavea) e attraversata da quattro scalinate. Probabilmente la scena come in altri teatri dell’epoca era costituita da tre entrate per gli attori e un tetto a spiovente.

La Casa dei Mosaici è una domus che prende il nome dai resti dei pavimenti di alcune stanze decorate con grande maestria. Probabilmente appartenuta alla famiglia degli Stasii venne eretta durante la prima metà del II sec. d.C. sul luogo dove precedentemente si trovava un edificio di epoca repubblicana, mentre risultano di epoca successivi i mosaici realizzati con motivi floreali e geometrici, l’edificio venne abbandonato tra il V e VI secolo.

E’ ancora ben visibile il Decumano scavato per 53 metri di lunghezza e 4 metri in larghezza, costruito con l’orientamento NE-SW conserva  i solchi dei carri che lo percorrevano nei due sensi di marcia. La strada si compone di pietre grigie chiare (basoli) disposte a schiena d’asino per permettere il defluire dell’acqua mentre ai due lati si trovano i resti dei marciapiedi.

Il Tempio A si trova dietro il Teatro probabilmente dedicato alla dea Arpocrate una divinità egizia,  parte di un torso marmoreo di una statua è stato ritrovato sul luogo. Dal V secolo d.C. l’edificio viene abbandonato ed è ancora incerta la data della sua costruzione anche se nei gradini in pietra grigia calcarea si individua la parte più antica.

Le Terme hanno un impianto regolare ed ancora oggi si riconoscono il frigidarium con la pianta circolare, l’apodyterium a pianta rettangolare e dodato di unn pavimento decorato con mosaici. L’edificio risultava completo con il tepidarium e il calidarium più altri vani caratterizzati dalle suspensurae ovvero da pilastrini in mattoni, probabilmente la costruzione dell’intero impianto termale risale tra la fine del I secolo a.C. e l’inizio del I secolo d.C.

L’Anfiteatro presenta un forma ellittica, costruito sfruttando l’andamento del terreno e del zone collinari, le dimensione notevoli delle tribune sono giustificate dall’afflusso del pubblico anche dalle zone limitrofe. Costruito in epoca repubblicana viene succesivamente modificato nel periodo imperieale, lo schema delle entrate e delle gradinate e altri elementi architettonici dell’edificio si riscontrono solo nell’anfiteatro coservato a Pompei.

All’interno del Museo Archeologico Nazionale dell’alta Val d’Agri situato poco distante dall’ingresso dell’area archeologica lo visitiamo con molta curiosità, la collezione presenta pregiovoli busti marmorei, numerose vasi a figure rosse e di oggetti civili e militari, sono inoltre visibili i mosaici dei pavimenti provenienti dalle domus di Grumentum. Il tutto illustrato e descritto nei pannelli didascalici ben curati e distribuiti, non possiamo concludere questo Reportage con l’invito per tutte/i voi a visitare questo incantevole tesoro d’Italia.

Link consigliati:

Museo Archeologico Nazionale dell’Alta Val d’Agri – Grumento Nova (Pz)

Grumentum.net (progetto di valorizzazione)

Video Reportage