(29 giugno – 14 ottobre 2012)

Oltre 120 opere di 30 artisti austriaci diversi del XIX sec. accompagnano il visitatore in un viaggio che cominicia dalla pianura ungherese (Puszta) ai confini dell’Oceano Indiano, dai Balcani alla Grecia, dalla Terrasanta a Costantinopoli, sino all’Egitto e a l’india. Questi pittori iniseme al viaggio verso zone lontane, aggiungevano la volontà di sperimentare nuove ricerche cromatiche e di composizione della loro pittura.
Tra i principali artisti che ritroveremo nelle sale della Galleria Belvedere di Vienna, saranno visibili le opere del viennese Leopold Carl Müller (1834-1892) che trascorse ben 9 inverni in Egitto, Alois Schönn, Alphons Mielich, Ludwig Libay, Bernhard Fiedler e altri artisti austriaci pure in viaggio verso i paesi d’Oriente. Altri pittori, come Rudolf Swoboda e Hermann von Königsbrun, si spinsero fino in India e nell’ attuale Sri Lanka. Mentre Rudolf von Alt preferì proseguire i propri studi sulla Costa dalmata, August von Pettenkofen, Otto von Thoren e Johann Gualberto Raffalt cercarono
nuove ispirazioni nella vicina Ungheria, nella zona intorno Szolnok e la Puszta che affascinò anche Tina Blau.
Nella mostra si mette in luce, quanto questo tipo di opere contribuirono al superamento del realismo ottocentesco per una rappresentazione pittorica di luce e di colore, che nasce proprio dall’ esigenza di “catturare” gli effetti ottici di questi climi lontani.