Area archeologica di Palenque, Chiapas, Messico.

(visitata nel gennaio 2019)

El Panchan/ parco naturale

Visitiamo il “Sentiero di Montiepà” del Parco Nazionale di Palenque, dove è possibile incontrare resti archeologici Maya e godere dell’eccezionale fauna selvaggia della foresta, tra scimmie urlatrici (mono saraguato), colibrì, tucani e una vegetazione che non smette mai di farci sentire degli europei. All’interno del percorso si trovano antiche testimonianza dell’architettura religiosa Maya come “La picota” un piccolo tempio che emerge dalla foresta ancora oggetto di studi, opere ingegneristiche di contenimento delle acque e dei terreni, ponti e strade che si perdono nella fitta vegetazione tropicale.

Area Archeologica di Palenque

I divini re di Palenque

I governanti di Palenque riconoscevano le origini della loro dinastia in un passato remoto, mille anni prima della loro nascita. Secondo le iscrizioni, il dio GI sali al trono nel 3309 a.C., due secoli prima della creazione del nostro mondo nel 3114 a.C., secondo la mitologia classica Maya. I testi raccontano della nascita della triade degli dei protettori di Palenque e di eventi di tempi mitici. Il primo governante che si può considerare “storico” è un individuo con il nome K’uk’ B’ahlam (uccello giaguaro) che, secondo alcuni iscrizioni scolpite successivamente, nacque nel 397 d.C. e ascese al trono nel 431 d.C. Però, il primo governante che commissionò monumenti in scultura che si sono conservati fino ad oggi, fù il famoso K’inichJanahb’ Pakal che governò dal 615 al 683. Dopo la sua morte il comando passò ai suoi due figli e probabilmente da due nipoti, fino al 750 d.C. Degli ultimi governanti di Palenque della fine del VIII sec. sappiamo relativamente poco e a partire del 810 scompariranno le instituzione del governante e della corte. I governati di Palenque utilizzarono il titolo k’uhu I B’aakalajaw (sacro signore di B’aakal). B’aakal letteralmente “osso o cranio” è l’emblema con la quale i regnanti di Palenque si distinsero dalle altre entità politiche come Pa’ Chan o Popo’. Però, l’emblema B’aakal fu anche usato dai governanti di Tortueguero, localizzato a 61 km a nord est di Palenque, e a cominciare del 650 d.C., anche dai regnanti di Comalcalco. Probabilmente tutte le dinastie reclamavano la stessa origine.

Templo della Calavera (Tempio del teschio)

part. del rilievo del teschio (VIII sec. d.C.)

Il nome di questo tempio si deve al frammento di un rilievo in stucco situato alla base di un pilastro dell’ingresso. Il rilievo rappresenta un cranio, probabilmente di un coniglio. Originariamente era dipinto di rosso e azzurro. L’aspetto finale del tempio venne compiuto durante la seconda metà del VIII secolo d.C. Senza dubbio, gli scavi archeologici hanno dimostrato che al di sotto del tempio si scoprirono due strutture con volte più antiche, le quali furono costruite l’una sull’altra. Questa informazione ci conferma che l’edificio era già presente prima della costruzione del “Tempio delle iscrizioni”. All’interno della parte più antica della struttura del “tempio del teschio” venne rinvenuta una tomba con un ricco corredo di offerte tra cui 700 pezzi di giada.

Tumba de la reina roja (Tomba delle regina rossa)

Interno della tomba delle regina rossa, Palenque, Chiapas, Messico

Quando entriamo all’interno del Tempio XIII ci accoglie un piccolo ambiente molto umido (in alcuni punti le infiltrazione dell’acqua sono evidenti) composto da un piccolo corridoio con celle laterali e un accesso ad una scala che porta alla camera funeraria. Probabilmente la regina rossa era Ix Tz’akbu Ajaw la nona moglie di Pakal il grande. La scoperta avvenuta nel 1994 dalla giovane archeologa Fanny Lòpez Jiminénez portò alla luce un’ altro grande tesoro per l’archeologia mesoamericana.

Monumento all’archeologo Alberto Ruz Lhuillier (1906-1979)

Di fronte al Tempio delle Iscrizioni si trova questo monumento funebre dedicato alla memoria dell’archeologo Alberto Ruiz Lhuillier , sua fu la scoperta della tomba di Pakal nel Tempio delle Iscrizioni.

Templo de las inscripciones (Tempio delle iscrizioni)

Tempio delle iscrizioni, Palenque, Chiapas, Messico

Il tempio venne costruito per commemorare la morte di K’inich Janaab’ Pakal re di Palenque e completato da suo figlio erede al trono K’inich Kan B’ahlam II. I rilievi scolpiti con i segni della scrittura Maya sono stati fondamentali per lo studio dei glifii e la conoscenza della storia delle varie dinastie. Terminato alla fine del VII secolo l’edificio ha custodito al suo interno per secoli il suo tesoro più grande, ovvero la tomba del grande Pakal, che venne scoperta da Lhuillier nel 1952, portando alla luce una delle più sensazionali scoperte archeologiche del secolo scorso. Dopo aver individuato dei fori sul pavimento del tempio, iniziò il lavoro di scavo, i fori sul pavimento servivano alle corde per calare le ultime lastre di pietra che celavano la galleria lunga più di 25 metri che conduceva alla camera sepolcrale del re. Dopo due anni di lavoro per svuotare la galleria riempita di terra e pietre dagli antichi Maya per impedire la profanazione del sonno del loro sovrano raggiunse la camera sepolcrale. L’edificio si compone di un tempio e della sua piramide a gradoni, originariamente era colorato con colori sacri ai Maya, il blu, il giallo e il rosso, ancora adesso osservando da vicino, nelle pieghe dei rilievi è possibile scorgerne le tracce. La tomba di Pakal al momento della nostra visita non era possibile accedervi ma la struttura non è molto diversa da quella incontrata nella Tomba della Regina rossa, ovvero un soffitto con volte a crociera e contrafforti per sostenere il peso della piramide. Le offerte che vennero rinvenute all’interno del sarcofago e il corpo stesso di Pakal si trovano oggi nelle sale del Museo di Antropologia a Città del Messico che abbiamo avuto modo di visitare. Fra i tesori più noti ricordiamo la maschera di giada del sovrano e il magnifico sarcofago con la raffigurazione di Pakal con l’albero sacro della vita tra le mascelle del dio giaguaro e il demone uccello, i glifii ci narrano la storia della sua dinastia. All’ingresso della camera funeraria furono rinvenute cinque scheletri di vittime sacrificali.

El Palacio (Il Palazzo)

Il Palazzo, Palenque, Chiapas, Messico

Di impressionante eleganza il palazzo del sovrano si organizza su di una pianta alquanto complicati, fatta di corridoi, cortili e stanze con soffitti dal caratteristico arco mesoamericano. E caratteristica è la sua torre in gran parte ricostruita, ma molto criticata poiché la renderebbe simile ad una pagoda cinese.

Patio de los Cautivos (Patio dei prigionieri)

part. dei rilievi del Patio dei prigionieri

Questo spazio venne utilizzato per attività legate alla corte come il ricevimento degli ospiti importanti e la presentazione dei prigionieri di guerra. Era decorato con rilievi di pietra che raffigurano prigionieri delle città vicine, identificati per il testo che menziona il loro nome. Le iscrizioni sulla scalinata della casa sul lato est del patio menziona la nascita di Pakal II (603 d.C.), la sua incoronazione (615 d.C.) e una guerra contro Pomonà. Al suo interno l’edificio conserva i resti di nuove maschere di stucco, che probabilmente rappresentano le divinità dell’oltremondo.

Tempio X

Tempio X, Parco Archeologico di Palenque, Chiapas, Messico,

Si tratta di una piccola piattaforma a cui si accede percorrendo una amplia scalinata fatta con grandi blocchi di pietra tagliata. La pianta, poco comune nel sito archeologico, comprende uno spazio con cinque entrate di cui si conservano ora solo alcune parti dei muri e dei pilastri. Per le sue caratteristiche, si può supporre che fosse una costruzione di epoca molto antica.

Il Conte

Tempio del Conte, Palenque, Chiapas, Messico

L’edificio prende il nome poiché si suppone che fù adoperato come abitazione dal conte Jean Frederick Waldeck durante la sua permanenza a Palenque nella prima metà del secolo XIX, anche se in realtà visse ai piedi del “Tempio della Croce” per circa due mesi. Il tempio sorge su di un basamento piramidale di cinque parti. Originariamente i pilastri della facciata, il fregio e le creste erano decorate con motivi simbolici e cronologici. Ad oggi solo si conservano le parti della cornice in pietra che servivano da sostegno a maschere in stucco del fregio e altri adorni dei pilastri. Questo tempio presenta la tipica distribuzione palencana: un portico con tre entrate e uno spazio interno diviso in un quarto centrale e due laterali. Al di sotto del pavimento del portico vennero ritrovate tre tombe con pochi resti umani, ma con offerte complete di conchiglie, oggetti in osso e piccole conchiglie perforate per essere usati come orecchini.

Gruppo nord

part. “Gruppo nord”, Palenque, Messico

Consiste in lunga piattaforma con cinque templi orientati con la facciata verso sud, Si trovano su diversi livelli, questo denota che furono costruiti in momenti diversi. La loro distribuzione architettonica è simile alle altre costruzioni del sito archeologico: due spazi paralleli con stanze laterali e vani per l’acceso. E’ molto probabile che i templi erano decorati con rilievi in stucco sui pilastri e fregi.

Gruppo XV

La struttura situata sul lato occidentale dell’edificio principale è una piccola costruzione coperta . Al suo interno venne scoperta una piccola tomba a camera, saccheggiata già in epoca precolombiana. Durante scavi recenti venne riportato alla luce un vaso decorato con uccelli acquatici colorati in nero e arancio. L’altra struttura situata a nord dell’edificio principale conservava una tomba al cui interno venne scoperto un vaso decorato con colori crema e glifi.

Tempio XIV

All’interno di questo piccolo basamento, probabilmente di due spazi, si trovava un altare dove ebbe luogo un evento sacro: il re serpente-giaguaro II inizia una danza, mentre la madre Ahpo-Hel, gli offre la divinità Dio K. Il successo occorre 260 giorni dopo la morte di Serpente-Giaguaro II e 30 giorni dopo la morte di sua madre. Entrambe per tanto si incontrano nell’oltremondo. La data della rappresentazione viene associata al passato mitico, mentre la data dell’edificio all’inizio del regno di Cruz/Kankul II, ovvero dal 702 al 711 d.C.

Templo del sol (Tempio del Sole)

Tempio del Sole, Palenque, Chiapas, Messico

Una struttura piramidale di tre corpi serve come base al tempio. Al suo interno si trova l’altare del sole, con una raffigurazione sacra che commemora tra gli eventi la nascita (635 d.C.) e l’ascensione al trono (684 d.C.) del Re Serpente-Giaguaro II. Il governante si trova a destra della scena, di fronte a Re Pakal, suo antenato. Entrambe partecipano in un atto rituale che tiene come centro uno scudo solare con attributi del giaguaro. La scena centrale si sviluppa circondata da simboli del dio del inframondo e i simboli della Terra e del Dio del Sole.

Los incensarios (Incensari)

Incensario, Palenque, Chiapas, Messico

Sino ad oggi, a Palenque si trovano più di un centinaio di incensari. Normalmente, questi sono di ceramica e si compongono di due parti: il bracere e un porta incensario di forma cilindrica. Questi ultimi sono decorati a forma di testa di divinità o a volte, di un personaggio storico con cappello e gioielli. Molti di questi oggetti furono ritrovati nel “Gruppo delle Croci”. All’interno dei braceri si bruciavano le offerte, resine vegetali e sangue umano per connettersi alle divinità. Negli atti di autosacrificio le donne si perforavano la lingua con oggetti come spine di mantarraya e coltelli di ossidiana.

Templo de la Cruz (Tempio della Croce)

Tempio della croce, Palenque, Chiapas, Messico

Insieme al Tempio della Croce a foglia e al Tempio del Sole, forma il Gruppo delle Croci. Questo splendido tempio venne eretto nel VII secolo da K’inich Kan B’ahlam II. Al suo interno si conserva la copia della raffigurazione della pianta del mais con due figure laterali. Le costruzioni prendono il nome dalla presenza in tutti e tre i templi dell’albero della vita (che per agli spagnoli appariva come una croce).

Templo de la Cruz Foliada (Tempio della Croce a foglia)

Templo de la Cruz foliada, Area Archeologica di Palenque, Chiapas, Messico

Era dedicato alla divinità Unen K’awiil (conosciuta anche come GII). Un rilievo scolpito è situato all’interno del santuario. Nella scena centrale apparare un’altra volta K’inich Kan B’ahalm con suo padre già scomparso, Pakal II mentre svolgono riti sacri. La raffigurazione comprende anche il mito della creazione della montagna, come una pianta di mais che emerge dalla testa del mostro Witz. IL mais è sempre stato di grande importanza nelle società Maya. Non solo era la base della dieta comune, ma nella cosmovisione dei Maya nel periodo classico il mais si credeva che fosse la sostanza del corpo umano. Nel basso rilievo si vede che le pannocchie sono raffigurate come teste umane, così il mais formò la base della vita umana, la sua origine e anche la fonte della sua riproduzione. Questo tempio fu costruito approfittando della collina naturale che si trova alle sue spalle. Il basamento è formato da varie sezioni sui cui si articola il tempio, che oggi presenta sulla facciata alcune crepe, che testimoniano il crollo dell’esistenza di un portico con tre vani e celle laterali con al suo interno un santuario nel recinto centrale.

Tempio XIX

Tempio XIX, Palenque, Chiapas, Messico

Situato di fronte al Tempio del Croce con cui si relaziona tematicamente. Nel 734 d.C. il governante K’inich Ankal Mò Nahb’ III dedicò il tempio alla dea GI seguendo l’esempio di K’inich Kan B’ahalm II che dedicò il Tempio della Croce più di 30 anni prima alla stessa divinità. Durante gli scavi degli anni 1998 e 1999 furono scoperte una piattaforma all’interno dell’edificio che è stata interpretata come un trono. Ai sui lati si trovano rilievi scolpiti che furono commissionati dal governante K’inich Ankal Mò Nahb’ III nel 736 d.C. Il rilievo che si trova nel parco archeologico è una copia, l’originale è custodito presso il museo del sito, uguale per un rilievo policromo in stucco che si trovava su uno dei pilastri.

Tempio XXI

part. Tempio XXI, Palenque, Chiapas, Messico

Fu dedicato dal governante K’inich Ankal Mò Nahb’ III, poco dopo aver completato la costruzione del Tempio XIX. Probabilmente fu adottato un piano costruttivo che imitava quello del suo predecessore K’ihnich Kan B’ahakm II, che commissionò il “Grupo del las Cruces” dedicando ogni tempio a una delle divinità protettrice della città. K’inich Ankal Mò Nahb’ III dedicò il Tempio XIX al dio GI così che è possibile che il Tempio XXI sia stato un santuario di Unen K’awiil (GII). Nel 2002 fu rinvenuta un rilievo scolpito che faceva parte del fronte di un banchetto o trono che si trovava all’interno dell’edificio.

Templo de los Guerreros (XVII) (Tempio dei guerrieri)

Tempio dei Guerrieri, Palenque, Chiapas, Messico

Deve il suo nome ad un rilievo in pietra che rappresenta un guerriero di fronte ad un prigioniero. Il guerriero è K’inich Kan B’ahalm e il prigioniero è un nobile di Toninà chiamato B’olonYooj. Questa identificazione di basa dulla lettura delle iscrizioni glifiche associate con i personaggi, in cui si descrive l’entrata in città, per entrata si intende l’invasione o la conquista di Toninà. In questo rilievo K’inich Kan B’ahalm celebra il suo successo militare.

Gruppo B

Gruppo B, Palenque, Chiapas, Messico

Questo congiunto di cinque edifici che si affacciano su di un patio di tre livelli du un area residenziale durante il tardo periodo classico, fino al 770-850 d.C. Nella maggior parte dei casi si trovano tombe con figure modellate per le offerte. Originariamente gli edifici avevano tetti in pietra. Molte delle attività quotidiane degli abitanti si svilupparono negli spazi aperti della piazza. Nell’edificio ovest della piattaforma superiore (B2) si trova un bagno di vapori che fu costruito nel tardo periodo Classico. Anche se questa struttura originariamente aveva un’altra funzione, fu modificato successivamente per essere utilizzato come bagno di vapore. Il sistema usato in questo tipo di bagni secchi consisteva nel collocare pietre molto calde che venivano bagnate con acqua così da generare calore e umidità nell’ambiente, a volte venivano aggiunte minerali o essenze aromatiche per purificare e aromatizzare la stanza. Il complesso si trova vicino alle cascate (Bagno della Regina) tra i fiumi Murcièlagos e Otolùm, che offrono acqua per il funzionamento del bagno. Le vasche naturali dei fiumi venivano usati ugualmente per rinfrescarsi e bagnarsi.

Gruppo de los murcielagos (Gruppo dei Pipistrelli)

E la somma di una grande quantità di edifici, distribuiti tra i due fiumi Otolùm e Murcièlagos in gran parte ancora da esplorare. Questi edifici furono costruiti su di un basamento con vari vani, probabilmente tramite piccole scale si accedeva al piano superiore mentre in alcuni periodi il piano inferiore ospitava delle sepolture sotto il pavimento. Altri, cole il Tempio III, si compongono di una semplice camera funeraria. All’esterno degli edifici furono rinvenuti strumenti per la lavorazione della pietra, giada e pelle, ultime testimonianza della vita quotidiana degli abitanti di Palenque.

Los acueductos (Gli acquedotti)

Tratto dell’acquedotto a Palenque, Chiapas, Messico

Il nome antico di Palenque era Lakamha (luogo delle grandi acque). La città deve il suo nome alla presenza di 56 fonti cheformano 9 ruscelli indipendenti con cascate lungo la piana urbana. IL controllo dell’acqua fu importante per prevenire tanto le inondazioni della piazza e delle case come l’erosione delle terrazze per le attività agricole. Per controllare le acque, i ruscelli furono parzialmente ricoperti con pietre mentre gli argini rinforzati con blocchi più grandi formando così un sistema di canali e acquedotti. Parte di questi acquedotti erano coperti anche per creare altro spazio da utilizzare. Oggi parte della copertura è crollata così la piazza ci appare divisa in due parti. Durante il periodo classico questa parte del Otolùm scorreva sotto la piazza che era molto più grande di adesso. Attualmente l’area ancora coperta è di 68 metri. Ancora oggi si possono apprezzare i resti dei ponti e canali che continuano a svolgere la loro funzione.

Museo Nazionale di Palenque

Museo del sito archeologico di Palenque, Parco Nazionale di Palenque, Chiapas, Messico

Si trova lungo la strada che porta dall’entrata del parco nazionale all’ingresso degli scavi, purtroppo non abbiamo avuto modo di visitarlo e riportiamo dal viaggio solo alcuni scatti della sua sede.

Concludiamo questo Reportage con un piacevole ricordo di un sogno realizzato, un esperienza unica tra le più emozionanti della nostra vita. Perdersi nei sentieri della giungla e scalare i templi dei Maya ci ha fatto ritornare studenti universitari.

Link ufficiali:

INHA (Istituto Nazionale di Storia e Antropologia) – Palenque

Palenque – Wikipedia

Museo di Nazionale di Antropologia – Città del Messico