(4 luglio 2014, Francavilla Fontanta (BR), Puglia, Italia)

Loteria Mexicana, Daniela JaureguiL’artista messicana Daniela Jauregui (1983) si concede in un’ intervista per la Redazione di Infomuseum in cui ci parla del suo ultimo progetto artistico “La loteria mexicana” divenuta poi la tesi conclusiva degli studi presso l’Accademia delle Belle Arti di Budapest. Il progetto si compone di 54 dipinti in cui vengono reintrepretate in una chiave di lettura contemporanea i simboli del gioco popolare messicano che tanto ricorda la tombola italiana e la smorfia partenopea. In questo lavoro l’artista pone l’accento sul significato che oggi assumono questi simboli nella cultura messicana moderna. La storia delle grandi civiltà del passato quali i Maya e gli Aztechi, insieme alla ricerca antropologica nei ritratti degli indios, degli zapatisti si fondono in una pittura figurativa e sognante della giovane artista di Città del Messico.
L’incontro avviene durante una visita alla Comune libertaria Urupia nel Salento nel luglio del 2015.

1) Quando ti è nata l’idea di dipingere la “Lotteria Mexicana”?

Per poter dare una risposta ho bisogno di dire che la “Loteria Mexicana” è un gioco popolare che posso assicurare che ogni messicano conosce fin da bambino. Parliamo di un gioco tradizionale facile da trovare nei mercati popolari di ogni popolo. Durante una visita al mercato municipale di Puerto Escondido a Oaxaxa (Messico) conobbi per puro caso una signora che vendeva questo gioco stampato nella maniera tradizionale di molto tempo fa, così lo comprai con l’idea di farne qualcosa. Alcuni mesi dopo cominciai a frequentare la classe di Progetti di Pittura nel contesto concettuale dell’arte contemporanea presso l’Accademia delle Belle Arti di Madrid. Sapevo che era giunto il momento di lavorare con la famosa “Loteria” e di reinterpretare tutti questi simboli che includono ogni carta, però in un contesto moderno sulla cultura messicana, possiamo dire che tutto è iniziato con un gioco di domande e risposte sulle immagini che contengono le carte (in totale 54), sulle prime idee che mi venivano in mente nel vedere le immagini, cominciò cosi un gioco di parole e analogie sui fatti che hanno modificato in maniera significativa il pensiero del messicano negli ultimi anni. Così ho deciso di fare la mia propria lotteria con le imagini che meglio si adeguano alla realtà attuale del Messico.

2) Questo progetto è diventato anche la tesi con cui hai concluso gli studi presso l’importante Accademia delle Belle Arti di Budapest, pensi che per gli europei sia difficile comprendere il senso profondo della cultura messicana con le sue tradizioni, superstizioni, religione e dinamiche sociali?

Penso che in generale è difficile comprendere la mentalità di un messicano, perchè siamo una cultura con contrasti ed un carattere molto forte, quello che è certo è che il modo di ragionare e la logica che utilizziamo sono completamente differenti da quelle europe che vivono una quotidianità e un sistema completamente diversi, diciamo che  essendo una messicana radicata in Europa ho avuto la necessità di far conoscere mediante questo progetto un poco di più della cultura messicana spesso considerata una cultura surrealista.

3) Dal tuo lavoro emerge una forte voglia di indagine sul passato per poi rielaborarlo in chiave contemporanea, mi viene in mente “El Catrin” che da uomo elegante sfruttatore degli indios diventa il capitalista odierno. Cosa ti ha dato questa ricerca dal punto di vista sia come artista che come donna messicana? La storia si ripete ancora una volta?

Posso affermare che durante lo sviluppo del progetto e la ricerca in sè, i fatti che si convertivano nelle mie tematiche sono diventate quasi fatti personali, che mi fecero capire cose di me stessa e del mio ragionamento. Storia dopo storia che racconta ogni carta, sono frutto di una riflessione profonda che mi ha spinto come artista e come messicana a decifrarle, mostrarle, con l’orgoglio o con la tristezza profonda del mio popolo messicano. Questo progetto si trasformò in poco tempo in una necessità e in un dialogo che per poter concludere necessita di un pubblico che possa diffonderne la voce. E così la storia si ripete se anche in maniera diversa per altri personaggi, la radice è la stessa, la storia e l’attualità del mio paese è stata violentata dal abuso, dalla corruzione, dal razzismo, dalla manipolazione e dalla molta ignoranza, ma il popolo messicano continua fermo e orgoglioso, orgoglioso delle sue tradizioni e delle sue credenze, allegro e consapevole della sua realtà.

4) Quasi tutti i dipinti sono figurativi e con una tavola cromatica ampia e pennellate che ricordano la corrente espressionista, che tecnica hai preferito utilizzare per i quadri di “Loteria Mexicana”?

Decisi di realizzare la serie con la tecnica dell’olio su tavola, essendo piccoli formati che si uniscono formando un grande mosaico di tipo murale, riprendendo la tradizione muralista presente in Messico. Successivamente, parlando in termini concettuali, ogni pittura è stata risolta in modi diversi, e che per associarle un significato sono stata costretta a cambiarne la forma, così che esistono simboli che si convertono in persone, così come altri assumono il ruolo di parte di una storia e di un codice rappresentativo di un periodo. Altre sono state disegnate in maniera narrativa dove i colori potenziano il significato o cercano di fare un’allusione ad altre situazioni che in molti casi sono di carattere ironico. Posso dire che lo stile di ogni pittura è diverso e che ogniuna è frutto di un proprio discorso.

5) Sei venuta a conoscenza di studi precedenti o di artisti che si erano confrontati precedentemente con queste tematiche?

L’idea del progetto in generale è stata completamente mia, ed è sorta da un ragionamento proprio, anche se non posso dire lo stesso delle influenze sulle mie immagini che mi sono apparse in mente e che sono state influenzate dagli artisti che in qualche maniera hanno incluso nelle proprie opere una critica sociale e una valorizzazione culturale sotto forma di un libro informativo.

4) Nel quadro “El àrbol” fai riferimento al Popul Vuh dei Maya e all’analogia con l’albero della vita della Bibbia, qui avviene un incontro tra le due religioni molto diverse politeista la prima rigorosamente monoteista la prima, come hai vissuto la realizzazione di quest’opera?

L’idea di parlare delle credenze religiose degli alberi mi è venuta in mente quando notai che spesso lo si incontrava nella mitologia Maya, gli alberi di Ceiba sono considerati sacri, di fatti nell’attualità si continua ad omaggiarli con rituali, ma senza dubbio essendo una cultura colonizzata dal cattolicesimo possiamo dire in senso metaforico che arrivarono a mettere le “mele” sui nostri alberi di Ceibas denigrando i nostri rituali e proibendo la loro venerazione considerata come rito legato al diavolo.

5) I tragici fatti di Ayotzinapa del 2014 riportono il Messico sulle cronache internazionali, ricordiamo i 43 studenti a tutt’oggi dispersi. In “La Bandera” rendi omaggio alle vittime innocenti di quei giorni, c’è un sentimento particolare che ti lega a questo dipinto?

Si. E’ un fatto che mi ha provocato molto dolore e indignata profondamente, ed è proprio vero che la nostra bandiera sta “perdendo il colore” per vestirsi in lutto, uso quest’espressione come riflessione per quelli che non conoscono questa situazione e per dare voce agli studenti che sono solo una delle miglia di vittime che sono scomparse e che sono state dimenticati grazie al cattivo governo che abbiamo.

6) Mi colpiscono ancora le analogie con cui riporti all’attualità i simboli della “Loteria Mexicana”, questa volta penso a “El Bandolon”, come mai anche in questo caso la tua attenzione si pone sulle persone violente di Città del Messico piuttosto che sulle tante cose e persone belle presenti in Messico?

In questo caso posso spiegare che la parola “Banda” si riferisce ad un gruppo di persone che commettono atti vandalici. Con “Bandolon” mi riferisco al termine popolare di una grane banda di delinquenti. Certamente Città del Messico è una città con forti contrasti e dove i gruppi e gli strati sociali sono moltissimi, e che in questo casi mi sono saltate in mente riflettendo sulla polizia o sulla “sicurezza messicana” che ignora totalmente questa situazione e preferisce non intervenire tra questi gruppi aggressori molte volte perche loro stessi ne sono a capo. Diciamo che la situazione che stiamo vivendo attualmente è un problema di sicurezza che è già eccessiva nella sua accezzione negativa, questa carta mi ha dato la possibilità di fare una critica diretta alla polizia federale. Le cose belle si mostrano in altre carte del gioco (…)

MAMU-meghivo-Szegmens-Mexico-ok02jav9) Mi dicevi che pensi di ritornare in Messico, cosa significa oggi fare arte contemporanea in Messico?

L’arte è contemporanea perchè è creata qui e ora, non possiamo fare diversamente ed è “temporàneo” nella nostra attualità. Il Messico è solo il luogo dove continuerà il mio lavoro.

7) Dove sarà possibile vedere le tue opere in mostra?

Il 10 di Luglio presso la Galleria MAMÜ Tarsaság a Budapest, sto curando l’esposizione di una mostra sull’arte contemporanea messicana, dove 12 artisti con me inclusa esporranno opere rappresentative della cultura messicana, in verità un opportunità magnifica per conoscere un punto di vista differente… Successivamente il 15 settembre l’artista plastico slovacco Stanislav Cerny, da tempo residente in Messico ed io faremo una mostra che si compone di oltre 40 opere sulla cultura messicana, questa mostra sarà allestita nella Galleria slovacca e rimarrà aperta al pubblico fino al 16 ottobre di quest’anno.

8) Ti ringraziamo per la tua disponibilità e gentilezza, con l’augurio di rivederci presto. Per concludere potresti parlarci a quali progetti intendi dedicarti nel prossimo futuro?

Per prima cosa ti ringrazio per la tua attenzione e interesse e speriamo che non sia l’ultima volta che ci incontriamo per parlare d’arte. Al momento posso parlare di un progetto che ho cominciato nello stesso momento della “Loteria” e che mi ha aperto le porte a mille tematiche di cui parlare…così che ho deciso di cominciare una serie di ritratti di donne indigene, filo conduttore della tradizione messicana. Sono ritratti di sole donne, che posseggono e tramandano dai tempi antichi le tradizioni e grazie a loro, oggi possiamo conservare le tradizioni di una cosmogonia in completa unione e equilibrio con l’universo che ci circonda, così decisi di cominciare la ricerca del significato dei simboli usati e l’evoluzione del loro sgnificato nei giorni nostri, diciamo che la serie sarà molto più poetica che narrativa e per realizzare questa serie ho deciso di fare la ricerca da vicino addentrandomi in alcune comunità indigene che ancora conservano questa tradizione e conoscono direttamente e la sua quotidianità. E’ per questo che ho deciso di ritornare ad una serie, è la “Conservazione dell’identità” attraverso il ricamo cucito del messico di un tempo, e chiaramente tante altre cose (…)

Daniela Jauregui

MAMÜ Gallery of Budapes – Szegmens 8